Le dieci destinazioni turistiche più etiche del mondo

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Ogni anno l’organizzazione no-profit Ethical Traveller elabora la classifica delle dieci destinazioni turistiche più etiche del mondo. Ecco i vincitori di quest’anno: Argentina, Bahamas, Cile, Costa Rica, Lettonia, Mauritius, Palau, Repubblica Domenicana, Serbia e Uruguay. Messi rigorosamente in ordine alfabetico e non di merito, in quanto la lista si preoccupa di evidenziare quei dieci paesi che, meglio degli altri, hanno dimostrato di compiere passi avanti verso un turismo più etico.

I curatori della classifica hanno esaminato tutti i paesi sulla faccia della Terra, dall’Africa allo Zimbabwe. E l’hanno fatto tenendo conto di tre aspetti principali: l’ambiente, il benessere sociale e i diritti umani. Per farlo, hanno utilizzato degli indicatori internazionali, come ad esempio l’Indice di sostenibilità ambientale, creato da Yale e dalla Columbia University, e l’Indice di Sviluppo Umano realizzato dal Programma di Sviluppo dell’ONU. Per conoscere con precisione i metodi di indagine e analisi potete dare un occhio al rapporto completo di Ethical Traveler.

È risultato quindi che l’Argentina si sia data molto da fare per migliorare la vita dei suoi cittadini (impegno riconosciuto anche dall’Onu), mentre le Mauritius hanno la migliore qualità dell’aria, come certificato dall’Organizzazione mondiale della sanità. Le Mauritius sono tra le tre new entry di quest’anno, insieme a Serbia e Bahamas, e segnano tra l’altro un nuovo trend: quello delle isole stato che, consce del severo impatto che i cambiamenti climatici hanno sul loro territorio in particolare, stanno facendo passi da gigante nelle politiche ambientali. Da sottolineare che questi paesi non sono perfetti, come ammette la stessa Natalie Lefevre, ricercatrice e portavoce dell’associazione: ma si sono distinti nel 2011 sotto il profilo etico nei tre aspetti indicati dalla ricerca. Molti paesi dell’Africa e dell’America Latina, infatti, pur rappresentando un’eccellenza sotto molti punti di vista non sono entrati nella lista a causa delle loro leggi omofobe.

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