Il Lago Vostok in Antartide scoperto dopo decenni di trivellazioni

Scoperto Lago Vostok in Antartide
Scoperto Lago Vostok in Antartide

Gli scienziati della base russa Vostok, in Antartide, hanno finalmente scoperto il lago omonimo che si cela sotto la calotta polare. Trivellazioni in questo punto sono state condotte per decenni, portate avanti da team internazionali fin dagli anni ’70, e più volte interrotte per difficoltà tecniche. Ora finalmente i ricercatori sono stati in grado di raggiungere questo immenso lago grande sei volte la Valle d’Aosta: esso è situato a una profondità di 3768 metri.

Il lago subglaciale è il più grande dei 70 bacini d’acqua scoperti fin ora nel continente antartico. Lungo 250 km e largo 50, pressappoco come il Lago Ontario in Canada, è profondo 1000 metri. I russi hanno vinto una sorta di gara non ufficiale con altri ricercatori degli Stati Uniti e del Regno Unito che in altri punti dell’Antartide stanno effettuando trivellazioni per raggiungere laghi in profondità. Naturalmente gli scienziati fanno sapere che non c’è nessuna competizione, perché tutto viene eseguito nell’ottica della ricerca scientifica. L’unica gara è contro il tempo: trivellazioni e ricerche vanno effettuate prima che si avvicini l’inverno antartico, quando le temperature saranno talmente rigide che la trivella sarà inutilizzabile.

La scoperta è sensazionale poiché permette di accedere a un mondo fin ora sconosciuto. Una sorta di pianeta nel pianeta: ci si aspetta di trovare organismi unici, che sono sopravvissuti nel corso di centinaia di migliaia di anni in condizioni estreme di freddo, buio e scarsa nutrizione. Essendo inoltre il lago incontaminato conserva perfettamente le testimonianze ambientali della Terra di almeno un milione di anni fa (tanto si pensa possa essersi generato). Al momento, purtroppo, qualsiasi informazione si possa reperire sarebbe superficiale, perché la perforazione sta avvenendo dove il lago è poco profondo (500 metri): in ogni caso reperire campioni di batteri e forse anche tracce di vegetazione è già un grosso passo avanti nella ricerca scientifica. Gli scienziati ipotizzano addirittura che sotto la calotta polare possa essersi formato un microclima a parte, con ciclo dell’acqua completo che si ricambia grazie a fenomeni meteorologici come piogge e spostamenti d’aria. Ipotesi molto suggestive, ma per il momento tutte da verificare.

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Foto del National Oceanic and Atmospheric Administration

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