Il disastro della Costa Concordia attira i turisti del dolore all’isola del Giglio

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C’era da aspettarselo. Il disastro della Costa Concordia non ha mancato di attirare il canonico stuolo di curiosi all’isola del Giglio. Turisti del dolore li chiamano, ed è quello che generalmente si verifica sui luoghi di tragedie quali incidenti, omicidi, massacri e via dicendo. Insomma, dove ci sono vittime c’è spettacolo. E la curiosità ingrossa il turismo. Se da un lato ciò dovrebbe rendere felici i beneficiari, dall’altro lato all’isola del Giglio non sono tutti soddisfatti della cosa.

Morboso è infatti il termine che è stato utilizzato dagli isolani per definire questo tipo di curiosità. Gli stessi che però si sono affrettati a riaprire bar, ristoranti e alberghi, in un periodo dell’anno che sicuramente non è abituato a vedere questo enorme afflusso di turisti. Il sabato prima della tragedia a Porto Santo Stefano sono sbarcate 131 persone, quello successivo 1080. Tutti lì, a scattare una foto col mostro di acciaio piegato da uno scoglio, tutti a mettersi in posa per poter dire “io c’ero”. Grande attenzione ai luoghi della tragedia, gli scogli delle Scole o punta Gabbianara. C’è chi cerca di affittare una barca per avvicinarsi il più possibile al relitto.

Gli operatori turistici sono rimasti sopraffatti da tale invasione. I gestori di alberghi hanno dovuto spesso respingere richieste di alloggio, consigliando magari di visitare l’isola in estate, periodo migliore per goderne la bellezza. Le biglietterie hanno emesso un enorme numero di biglietti, dato che i turisti del dolore hanno bellamente approfittato dell’aumento delle corse dei traghetti che fanno servizio tra l’Argentario e il Giglio: da cinque passate a sei, per permettere a giornalisti e soccorritori, oltre che ai naufraghi, di muoversi tra l’isola e la terraferma. E invece sono i curiosi ad averne approfittato. Ma dal servizio biglietteria fanno sapere che da domani verranno emessi un massimo di 450 biglietti per i turisti, proprio per permettere a chi ne ha realmente bisogno di usufruire dei traghetti.

C’è da chiedersi quale sia il reale interesse che possa spingere le persone a un’escursione di questo tipo. I visitatori infatti vengono anche da molto lontano. Non solo dalla vicina Firenze, ma anche da Genova, Torino e altre città. C’è chi è sbarcato sull’isola anche per mezz’ora, il tempo di una foto, per poi reimbarcarsi immediatamente sul traghetto successivo. In tempi di crisi, sembra che la curiosità per le tragedie non badi a spese.

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