Gela: spiaggia nudista autorizzata dal sindaco

Spiaggia nudisti Gela

Foto di Giovanni/Flickr

A Gela, in Sicilia, sta per nascere uno spazio riservato ai naturisti: una parte della costa sarà infatti destinata a una spiaggia nudista. E’ stato il sindaco della città, Domenico Messinese, a emettere un’ordinanza che prevede la destinazione di una parte del lido gelese al naturismo.

La decisione, per certi versi, rischia di scatenare non poche polemiche, esattamente come accadde negli anni Cinquanta, quando venne creato nella medesima area, il cosiddetto Village Magique, un sorta di oasi naturale, internazionale, voluta da un imprenditore francese, per le lettrici in vacanza.

L’area in questione, che storicamente sembra destinata a creare scandali, si trova nei pressi del Biviere, tra la foce orientale del canale Scolmatore ed il fiume Dirillo, in contrada Bulala: in totale verranno riservati ai nudisti 6 chilometri di spiaggia.

Il sindaco Domenico Messinese, a sostegno della sua decisione, ha spiegato le sue ‘buone intenzioni’:

‘Non vogliamo alimentare nessuna polemica di carattere moralista, è nostra intenzione solo intercettare un segmento di turismo, per promuovere le spiagge dorate decantate persino dal Nobel Quasimodo’.

Il primo cittadino ha poi aggiunto alcuni dettagli a dimostrazione della reale necessità dell’attuale flusso turistico: ‘Sono 20 milioni i naturisti in Europa, con sole 600 strutture tra campeggi e villaggi che rispondono a questo tipo di domanda turistica. Con uno dei lidi naturisti più consistenti del Mediterraneo, Gela è pronta a conquistare anche questa fascia di mercato. Trascurare un fenomeno in aumento come questo sarebbe un atto di irragionevolezza politica, oltre che culturale’.

Al di là dei buoni propositi del sindaco, la storia di questa città riporta inevitabilmente ad altre annose questioni, tutt’altro che trascurabili: l’inquinamento dell’Eni a Gela, da molti anni ormai, sta mettendo a dura prova il territorio e la salute dei cittadini. I danni ambientali sono molteplici e alcuni dati sono decisamente allarmanti: in quest’area le malformazioni sono sei volte superiori alla media nazionale.

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